DELL’ HISTORIA VENETA 1657 te (diciotto n’erano già partite per opporfi al Capitan Bafsà, fe per cafo havefte voluto accoftarfi al canale ) affrettarono la moffa per levarfi dal danno, e per invertir il nemico. Il Bembo ancora flava sù’1 ferro, e’Turchi cintolo d’ogni par-te, tentavano d'abbordarlo ; ma egli tagliatele gomene, la-fciò porrarfi trà mezzo di quattro navi, e tre maone nemiche. La Rofa Moceniga, che veniva in fuoajuto, fù affalita dalla Capitana de’Turchi, che al primo empitone occuparono la coperta. I difenfori, voltati da’ luoghi più alti alcuni piccioli pezzi, la nettarono fubito da quei, c havevan’ardito d’entrarvi, poi la batterono in modo, che aperta in più parti, andò a rompere appretto il fiume di Troja. L’iftetta fortuna corfe una Sultana pofta fuori di combatto dalla nave del medefimo Bembo. Gettava quefta furiofamente ferro , e fuoco , nè ofava alcuno accoftarfi , bensì ella diede la caccia a tré maone, vilmente facendole invertire nel lido. Trattanto le altre navi de’Venetiani fi erano pofte in miglior ordinanza, & Para-mor, & il Profeta Elia , comandate da Francefco Bafadona , & Angelo Bembo, erano fieramente battute, la prima da una, l’altra da due Sultane Turchefche : & il cafo loro fù pari, poiché in amendue entrato il nemico, ne fù difcacciato, con maggior fangue però nella feconda , in cui reftò anche il comandante ferito. Non potè il Barbaro Capitano del Golfo tollerare, che le maone date a terra, fe falvavan le genti , prefervaffero i legni, e andò ad incendiarne due, e levarne un’ altra a rimurchio. Altre quattro maone havevan inveftito arditamente la galeazza di Luigi Battaglia, e ridottala a mal partito, molti Turchi effendovi entrati, e piantatala loro bandiera : ad ogni modo le genti ancora fi difendevano, quan-Mutrtìì do fù foccorla dalle compagnie di Luigi Fofiari, e Girola-^ejìa'ferito mo Priuli • Il Fofcari egregiamente combattendo fù uccifo. uBembo H Bembo Capitano delle navi, benche in una gamba ferito, Aulivi. dava infieme con alcune altre la caccia a tredici delle nemiche. Di quefte una Sultana, comandata da un Bafsà di Natòlia, difefa da cinquecento perfone, portata appretto il Te-nedo dalla corrente , per non romper in terra , rifolvè di dar fondoj ma volendo una de1 Venetiani invertirla, tagliato il ferro fi farebbe falvata, fe da tre altre incontrata non fuffe fiata