L I B R O T E R Z O. 103 Papa. Ma ne’fegreti difcoriì lufìngando egli il Mazarini con fperanze di reciprochi matrimonii tra i loro nipoti, follecita-va l’imprefe d’Italia, efibendo danari, c aderenze „ Innocen-tio grandemente irritato per la partenza , eh’ egli chiamava fuga, di tutta la cafa, promulgò una Bolla contra i due fratelli Cardinali, imponendo loro pena pecuniaria, che multiplicava ogni giorno, finche ftelfero contumaci, e lontani . Ma non tardò il parlamento di Parigi co’fuoi arrefti a dichiararla nulla , e d’abufo5 & il Rè a coprirli con un comando, che non doveifero ufeir dal fuo Regno. Hora con la República fi fuf-citava nuova difficultà , perche nel trattato d’Italia non parlatoli d’alcun privato intereife de’ Principi contrahenti, non erano rtati nominati i Barberini, e perciò nel Dominio Veneto ftavan’ ancora le rendite loro in fequeftro . Il Rè premendo, che fi rilafciaifero, interpretava a loro favore le claufule generali di rimetter l’offefe, & abolir le pallate memorie j e per il contrario il Papa inftava, che a difpofitione fua ne continuafse l’arrerto. Il Senato porto di mezzo tra le foddisfattioni del Papa, e la potenza della Corona, prolungava la rifolutione 3 e Mazarini per qualche tempo fofpefe il parlarne , fin' a tanto , che , pronta l’armata , che riputava formidabile a tutti, additando il forte foccorfo di navi, che preparava per la República j ottenne dal Senato la rivocatio-ne de’fequeftri. Trattanto in Provenza l’Ammiraglio Brezè follecitato con gran premura dall’ Arcivefcovo di Aix , che per trofeo dell’ imprefa fperava di riportare con la forza, e col timore la porpora , fpiegò le vele a’ dieci di Maggio con dieci galee, trenraeinque navi, e fettanta tartane , rertando addietro altri legni non ancora ben’ allertiti, che fervirono poi di foccorfo. L’imbarco fò di fei mila fanti feelti, e fei-cento cavalli, & al Vado il Principe Tommafo vi s’aggiun-fe col feguito fuo, & alquante truppe. Con taf armata feor-fe le Marine d’Italia , arrivòa Telamone, che fenza contrailo s’arrefe, come pure il forte delle Saline , e di S. Stefano, dove il Governatore volendo difenderli fenza forze , perdè nel primo attacco la vita. Dalle Maremme di Siena fi diftacca, e s’innalza in penifola il Monte Argentaro, formando una pianura di circa dodici miglia, & in quefta in mezzo G 4 d’un 1646 BoIImJ’ Innocenti» tontra i Barl/erini. I trance/i pajfano in Italia all' imprefa di Monte Argentar r. Deferirlo-ne dt Mante Argentaro , ed’ Orbtteb-h>.