t I B R O Q_U ARTO. 187 Jc mine, e fornelli furono fovvertiti i loro lavori . Per ri- ^48 cordo del Conte Valvafone iepellendofi nel foifo caffè piene di granate, e di bombe, e dandovi fuoco quando ì Turchi vi davano fopra, non fi può credere qual danno, e terrore fi cagionaife tra eifi r Penetrati anche nella campagna fotto le batterie r ne fecero volar una, che travagliava il fianco del S. Dimitri . In tali operationi due fopra gli altri fi fe-gnalarono, Filippo Beffada da Verneda , e Giovanni di Bellone Francefi . Si contrafiava con rifehio , e travaglio maggiore alla Palma r dove affiftevano il Governator Attimis , & il Sargente maggiore Cafanuova r perche i Turchi alloggiati alla punta, fecero volar una mina, con tanto maggior danno de’difenfori, quanto , che credendo di haverla incontrata, vi ripofavano fopra ficuri. Fù però rifarcito l’errorcol coraggio r mentre andati i Turchi all’affalto, furono valoro-famente foflenuti, e rifpinti. Ben’è vero, che il Romoran-tin , dalla cui direttione dipendeva tutto quel tratto, dubitando a nuovo cimento di perder il pofto , comandò, che s’abbandonale j e mentre vi entravano i Turchi y fatto dar fuoco a due fornelli r ne fagrificò quattrocento alla morte . Ma quefta perdita non corrifpondeva al gran vantaggio , che ritraile Cuffein da quel fatto, poiché fece, che vi fi fortifi-caffero i fuoi di buon modo, e fperò di confeguir il reftan-te de’pofti vicini più facilmente . Dunque fotto la Corona Santa Maria r fece ardere una grandilfima mina, che fvapo-rò con danno minor dello ftrepito , ma crollò in guifa gli animi de’difenfori, che totalmente 1'abbandonarono y lafcia- *«««»>;-te le ritirate, Farmi, le munitioni a’nemici . Con ragione Cuffein efultava, perche gli erano fiati poco men , che do- p nati quei luoghi , che efpugnar non credeva , che in tempo lantaua~ lungo, e con fangue. Altrettanto di giufto dolore .accefo il "*• Mocenigo fe ne cruciava * Punì egli fubito col fupplitio alcuni de’ difertori,- altri ne gaftigò coll’ infamia , & al Noris levato Io ftipendio, aifegnò in pena per dieci anni la carcere . Soddisfatto con ciò alla militar difciplina, reftava riparar al danno imminente j ma non era facile ricuperar il perduto i e più difficile fi rendeva tra le fauci degl’ inimici con-fervar gli altri pofti. Fù perciò creduto men male l’abban-