324 DELV HISTORIA VENETA
1653	tra uri interno inimico, che ci combatte con i vitiì alruì, <? ra# ìe noftre for%e ci efpugna , ho rifoìuto di correr quefi' aringo moie fio per provveder a mali publici, (j4 ddanni privati. Certo , che non fi può tollerarlo più a lungo fenica permettere le f-pilation dell' erario, e /’ opprejjione de Cittadini, e de Sudditi . Gran portento, che da una parte fianinvafi da Tur chi gli Stati, CJF incendiate le provincie 3 dall altra fi ano dal luj'so fancheggiati i patrimonii, manomeffe le cafe. Ma odo ancora più fune fio prodigio , che ciò, che piacque a' nofiri maggiori nell opulenta del traffico, <? nel dolce fonno della paceft-cura , appena all’ età prefente fi perfuada co fu dori, f#*/? <rwz lagrime nell'inopia publica, £ ne bifogni dì atrocijjìma guerra. io fcorgo henche dì lontano tanti huomìnì afperfi dì polvere, e fangue, tutti coperti di ferro, ma molti fpogliati qua fi dì cenci j alcuni con piaghe aperte, altri con cicatrici appena faldate, tutti famelici , ? fianchi , che non più foffrir poffo d avanti gli occhi gli ornamenti delle gemme, O* / lufiri dell’ oro , / ofien-tatìon delle foggi e , la crapula deconviti, <? tutto ciò y che d'indegno tiene il lujfo, ò che gli firanierì portano di più det e fi andò . Quefia toga, ìnfegna famofa del nofiro Domìnio, pegno facro della ttofira libertà, è inventione prudente de nofiri maggiori , che cuoprendoci tutti con habito pari, ìnfieme parco, ì? ino de fio, hanno voluto fottrarfi dalla vanita altrui , e dagli abufi de tempi. Grandi arcani fi rìcuoprono, Padri, fot-¿0 quefie Ve(ìi, benche ruvide, O* ^ «0/ tutti comuni : /#//<?-cen\a di vita , moderation di co fiumi, armonia dì fortuna, fervìgio della Patria, O* holocaufio dì noi fieffi, <? delle noftre foflange . SI certo, chele noftre ricchezze fono patrimonii della Republica. E quando mai in caufapìù giù fi a, e con animo più generofo havemo efpofio, e facri ficaio ogni cofa?
            troppo difdir ebbe, che fpargendo il fangue , rifparmìaffimo, ò per dir ?neglìo profondemmo in altri ufi men degni ciò, ¿7 concede ì indulgenza del Cielo , ò ¿7 provede I ìndufirìa. Co/ T#ra> «0« poteva collegar fi d nofiri danni più fiero nemico , //*■ /»r/i diverfion più gagliarda alle private fortune. Ma fe al ve fi ito degli huomìnì ha provveduto il venerabile iftìtuto denofiri maggiori ,perche non vorremo noi recìder dì tempo in tempo quei rami vi-tiofi, che produce in tutti la corruttìone del fecolo, & in alcuni la
                                                           mor-