LIBRO OTTAVO. 459 tretranto ne’difcorfi riftretto, quanto ne’configli profondo j i££ e fe habile al negotio, molto più sfortunato nell’ armi ; ma eflendo imponìbile riufcir infelice Miniftro , e parer huomo grande, la fama non gli fù tanto propenfa, ò fupprimendo moke cofe coll’ottinato filentio di quella natione , ò difcor-rendole con dubbii affetti, così degli emuli, che degli amici . JLafciò egli il fuo Re, non ottante la pace, involto in calamità , & apprenfioni j impercioche i Portoglieli, fatta forza negli eftremi pericoli , batterono più volte Tarmi de'Cafti-gliani , e data per moglie al Rè Inglefe la forella d’ Alfon- io con ricchiflìma dote , & in oltre con la piazza di Tan-ger, difponevano più forte, & oftinata difefa. Fù anche Filippo dolorofamente colpito per la morte del Principe fuo unico figlio, l’altro eflendo già morto, quando a’Pirenei fi maneggiava la pace , ma pretto il Cielo lo confolò con la nafeita del fucceflòre della Corona ; mentre pur in Francia ne’ giorni ffcefTì la Reina diede alla luce il Delfino, acciò fuf-fero nella nafeita uguali di tempo quei, che forfe doveran-no effer emuli nel comando, e nella Fortuna. Il Fine dell’ Ottavo Libro. SOM-