*** Il nostro trecento offre tutte in genere le caratteristiche di questa nave che vediamo scampare dalla procella pel miracoloso intervento di S. Pietro Martire, nell'arca mi­lanese di S. Eustorgio, e sulla quale . qualche indugio m'e sembrato neces­sario come sopra uno degli esempi piil concreti. A ricordarne altri dello stesso periodo, equivale confermare più che altro tali caratteristiche: an­che se troppo spesso accade che, per dare il massimo risalto alle figure, certi nostri buoni velieri trecente­schi sono divenuti, al solito, una specie di barchetta di tipo conven­ Fig. 22 -Tipo navale di maniera. in un codice zionale; magari attrezzata come bergamasco di disegni assegnati a nave, con castelli, timonerie, alberi Giovannino de Grassi. e vele; ma dove, per contenere i per­sonaggi partecipanti alle diverse scene, sono spariti ponti e coperte, ed alte­rate le proporzioni i~ modo tale da togliere ogni carattere ed ogni importanza a chi volesse studiarle sotto l'aspetto marinaro. Mi riferisco, ad esempio, a qualcuna delle tante derivazioni della giot­tesca navicella di S. Pietro del Vaticano, che a malapena possiamo Jigurarci in quel mosaico restaurato, anzi rifatto sopra vestigia sempre più pallide ed incerte del capolavoro di Giotto, nella seconda meta del seicento .. Eun tipo di veliero ad un solo albero a vela latina, interpretato sempre più generi­camente, nello scafo e nelle ca~atteristiche navali, dai vari copisti ed imitatori della celebre Navicella. Tale, quella di Andrea da Firenze sopra una vela di volta nella cappella degli Spagnoli a S. Maria Novella (Jigura 14); dove qualche elemento degno d'attenzione indicherei tuttavia nei minuti motivi or­namentali del castello di poppa e nelle manovre del duplice governale a pala. Del resto, consimili derivazioni della nave giottesca, anch~ se si ricQrdano le