lòó Libro Terzo. Breve Tlebanis & Universo Clero Caflellani E pi scopa tu s , perchè secondo il vecchio costume che era-si alterato , il nome del Patriarca Gradense nella benedizione del Cereo Pasquale fosse recitato prima del nome del Doge, quale cioè sempre fu la disciplina della Chiesa eziandio nella recita dei Dit-tichi. Corri. Ili, 84. 332) Il Cosmi nella materia delle Decime porta una Bolla , che dice d’Innocenzo VI, datata I anno terzo del suo Pontificato , cioè 1354, e dice altresì diretta al Vescovo Nicolò Mauroceno In essa il Pontefice conferma al Vescovo Castellano la faroltà di riscuotere le decime ex pecunia omnibus , ex mercimmiis Ó~ bonis mobìlibui mor-tuorum, eccettuati però i pubblici imprestiti . £‘ falso che alla metà delSec. XIV avessero più luogo fra noi quelle decime ex omnibus puuniis , mer-cimoniis -, mob'libus &c. così generalmente $ e quella dir si potesse consuetudine antica , e da tetnf 1 immemorabile. Che se poi la Bolla si voglia attribuire a Innocenzo III circa il 1201, allora non può più aver luogo quella soscrizione , Latum apifi Villam nolani Avcnionensis Dìcecesis , quando-legger non si volesse Anagnensis } che,era la patria del Pontefice. In quelle parole poi, prò parte f-nofiri Kljcolaì Episcopi Caflellani , potrebbe dirsi errore dì chi scrisse la Bolla, essendo TS^icolai il cognome, e non il nome del Vescovo . Comunque sia, quando bene fosse quello uno spurio monumento, abbastanza resta da esso comprovato, che nel tempo quando fu scritto erano in qualche contradizione le decime riscosse dal Vescovo per la fabbrica e pei poveri, delle quali già fu scritto nel proprio luogo ■ 535)