Capo XII.	49
così parla a Principia nell’ Epitafio di Marcella : Trulla co tempore nobilium fcemina um noverai i?o-m<x, propositum Monacborum , noe audsbat propter rei novitatem ignomìniosum, ut tunc putabatur , & vile in popu'is assumere nomen. Hxc ab Ahxaniri* nis sacerdotibus , papaque ttbanasio, & poflca'Pc-tro , qui persecutionern ^iriantc bare seos declinantes, quasi ad tutissimum communionis sute portum Romani confugerant , vitam B. ^Antoriti adhuc tunc vii-ventis, monafleriorumque in Thebaide 'Pachimii, & Virginum ac Viduarum d dicit disciplinarti, nec eru-buit profiteri quod Chriflo piacere cognoverat . All’ incominciar dunque del Sec. V vide Roma per la prima volta Monastero e profession di Monache , la fondatrice essendone quella santa vedova , che in esso vi menò piissima vita .
  1798)	Non si vuole per questo negare , che forse prima ancora nell’ Africa, e in parecchi altri luoghi del Romano Impero in Occidente non vi siano state delle Vergini e delle Vedova, che giustamente appellar si possano Monache. Di questo, senza allegar Tertulliano de vcland. Virgin, nè S. Cipriano de habit. virg. ne fa amplissima fede la Costituzione di Gioviniano Imp. dell’anno 363 al Prefetto del Pretorio , in cui ordina pena capitale contro chiunque, il quale sacram virginem non so-lum rapere , sei & attentarejungendi matrimoni causa auderet, L. Si quis de Ep. & Cler. e può vedersi Niceforo X, c. 39, e Ottato Milevitano l. z cont. Tarmen. dai quali intendiamo, che sotto Giuliano apostata antecessore di Gioviniano, i Donatisti e altri perversi uomini cotali matrimonj attentavano .
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