Capò XII. 2.9 domicilio in altra Parrocchia , farne parola colla Santità di N.° S.c acciò le piaccia colla sua benedizione approvar simil consuetudine , perchè sarà di soddisfazione sì del mio Clero , come ancora della Città per molti rispetti, & particolarmente perchè al Foro laico per antiqua consuetudine non sono havuti in considerazione li contratti de’Matri-jnonj, se non sono fatte le beneditioni dal mede-iimo Parroco , dal quale sono fatte le parole de •rasenti, & siano notate sopra un medesimo libro. £t a V. S. Ili: a faccio riverenza, pregando N. S. fildio per la sua prosperità .,, Di Venctia. il dì Vii Gennaro, 1595. ti E’ facil vedere da qual principio venissero mossi’ i Parrochi , e da quale il Prelato. In conformità dell’ ultime parole di questa Lettera io credo doversi intendere quell’ altre del Sinodo sopraccitato: Si desponsationes, qua in civitate nojìra pluri~ mum requiruntur , facix fuerint, sepa atim scriban-tur, curri magna vis fìat in desponscinonibus penrs seculares judices. j 1781) Bisogna pensare , che nulla si ottenesse ÌRoma ; conciossiachè fi Patriarca e Cardinale derigo Corner fece pubblicare colle stampe il se-ente mandamento, che ci conservò il de Episco- 5 nella sua Miscellanea appresso il Franceschini g- 307. t. ed è in data dei 4 Novembre, 163S. I. Mandato del Patriarca Cornar circa i Matrimoni de’ foreftieri ■ >, Quotidie ad nos & Cancellariam acceduntMa-trimonium contraéìuri aliena* Dicecesis, ut per te-ftes oftendant, se neque in patria uxoratos , nec ali-: