joji Libro Tb, rzo. tetti Pàrochialium decimar um, qua ad Clericos spedai , quatti Veti. Fr. nofter Henri cus Gradensis Patriarca assensu Venerab. Fratris noflri Marci Caflel-lani Episcopi ad mandatimi b. m. Urbani predecessori s noftri canonice concessine dignoscitur . E più sotto questa medesima concessione due volte si chialtra Privilegiò. 324) Io credo benissimo., che fessesi introdotto da qualche tempo, che le dècime eziandio, come gli altri diritti parrocchiali da’Piovani e Capitoli si riscuotessero: conciossiachè la nuova faccia delle cose, l’uso dell’altre diocesi quasi universale * e certi abusi de’ laici circa le decime, che principiavano già ® a non pagarle, o a pagare meschinissima quantità, ciò pùotero facilmente suggerire . In fatti consta dai dissidj tra S. Salvatore e S. Bartolomeo j circa alcune case, Corn. XIV97' che già fino dal 1160 erano bene stabiliti i confi'* ni delle parrocchie * e però non dovevano essere meno zelanti ì Parrochi per riscuotersi essi le proprie decime come riscuotevano l’altre obblazidìii e come i Canoni comunemente prescrivevano , conforme abbiamo detto. 325) Ma bisogna dire, che a questa nuova introduzione forte resistenza siasi fatta dai nostri Vescovi , e forse ancora dal Patriarca di Grado accostumato esso pure agli usi Veneti, e avente come proprie nella Città Veneta alcune Chiese. Avvegnaché si fece ricorso a Papa Urbano III, sia dalle Chiese o forse ancora dal Dominio, ed eb-besi il Mandatum Pontifizio di concedere ai Piovani il dritto di riscuotersi le decime, senza più riceverle dalla mano del Prelato del qual Comanda-