Capo V. 247 1 venerazione a Costantinopoli . Può quindi conti- ■ nuare ad esserlo appresso noi, perchè in questa e simili cose l’antichità del culto gode buon peso , e sebbene forse Vacilli la verità storica , dopo la pratica autorevole di tanti anni , nulla perde la ^Cristiana pietà . Fino al 17161 Fedeli segna vansi con •uella Testa il dì 12 Novembre. Quando ciò siasi disusato non consta . E’ vestita intorno, e come posta in una borsa di tela coperta di veluto rosso , e quantunque mostri essere un teschio intiero e perfetto, «iuta fiata poco più resta scoperto della fronte, e parte a lei vicina del Sincipite . Il Home di Cecilia era scattò su quel veluto a letere unciali latine formate di perle. Ciò mostra, o che furonvi postenei 1506* ' quando fu messa sul piede d’argento, o se furono lavorate in Costantinopoli, possiamo dir francamente , che quel teschio non ci viene damano greca. Oggidì la solennità fassi nella propria Cappella. R». IV. Scuola di S. Maria, S. Elisabetta, e S.Giuseppe ;ì9) Benché questa divota Confraternita s’ap- t*elli semplicemente Scuola de S. Maria Elisabetta y pure ella milita eziandio sotto gli auspicj del gloriosissimo S. Giuseppe > come abbiamo dal Cat. I, 1$: Fraterni tate Virg. glor. Maria, S. Elisa-bttb c'? S. Joseph habemus ducatos duos prò Miss:s per totum annum dicsndis . Cioè i nostri Maggiori dacché lasciarono il debito di giustizia di cantarla Messa pel popolo, piegavano alla carità di cantar la messa ora in uno, e ora in altro altare perde-t‘coro delle Confraternite, per la qual cosa esse con- ■ tribuivano quelle picciole limosine . Di quanta annichila sia, a noi è ignoto . Nell’inventario fatto, Q j dal