Nulla però sarebbe successo, osserva il Cicogna, se l’autorità politica che era stata avvisata sino dal dì innanzi, avesse posto avvisi a stampa che avessero disingannato il popolo; difatti anche molti impiegati credevano che gli Austriaci quel giorno dovessero partire. Il Podestà Alessandro Marcello, sebbene di-missionario, andò alla Luogotenenza e alla Polizia, perchè mettessero fuori degli avvisi, ma sortirono alle 5 quando il moto era cominciato. Sembra, dice il Cicogna, che la Polizia abbia a bella posta lasciato seguire il tumulto, per aver motivo di fare arresti. Un pontone con cannoni fu posto dinnanzi alla piazzetta e vi stette fino al 26 luglio 1859. Il 18 agosto natalizio dell’ Imperatore a Dolo era stata ommessa la celebrazione della messa solenne. Anche la banda si ecclissò in quel giorno, e a S. Donà nessun impiegato intervenne alla funzione. Alla vigilia di Natale del 1859 sparsero schede e stampe nelle quali era scritto che i patriotti italiani non andassero a teatro, né alla musica austriaca sotto minaccia, di essere a momento opportuno ritenuti, nemici della patria. Si chiusela