gli Ungheresi, avrebbero fatto tremare il governo. L’ambasciatore veneto, non mancava per suo conto di soffiare nel fuoco e riconciliava per alcune vertenze avute il Conte Nadasti ed i] conte Sdrin, ed all’ Arcivescovo Lippay ed al Palatino ricordava, che la universal rovina dipendeva dalla divisione, e persuase l’Arcivescovo a riunire in sua casa i signori principali Ungheresi e far loro speciale raccomandazione per la loro unione. Si unirono di fatti i signori Ungheresi come era stato proposto dall’Ambasciator Veneto e stabilirono di protestare all’imperatore, e di fare una guerra offensiva ai Turchi, o di volere formalmente una ribellione. In conseguenza della deliberazione presa, gli Ungheresi apparecchiarono pei' l’imperatore una scrittura di 14 fogli, nella quale vi erano molti concetti ispirati dall’Ambasciatore di Venezia, temendo questi che Venezia vedendosi abbandonata da questa parte, non potesse poi più lungamente continuare la guerra a Candia, contro i Turchi, mostrando anche il danno che ne verrebbe all’ Ungheria ed alla Germania, se Venezia dovesse cedere dinanzi al Turco.