Conte Nadasti, ed il cancellier del Regno, intervennero ad una dieta promossa, e rifiutarono dare il loro consenso pei- la pace, opponendosi alla demolizione del forte Sdrin. Il tanto combattuto forte, correva serio pericolo, e il Conte Nicolò Sdrin nell’agosto 1662 afflitto e scoraggiato parlava col Sagredo, dicendo che i ministri essendo disposti alla pace dubitava per la demolizione del suo forte, tanto più che all’aprirsi dell’anno 1663, Ali Bassà avava dichiarato, che a qualsiasi trattato coll’imperatore, doveva proceder la demolizione del forte del Conte Nicolò Sdrin. Questi però non ancora persuaso che si venisse a questi estremi, durante l’inverno riparava e completava il forte, e intorno ad esso faceva una gran spianata per dar maggior gioco al cannone. I Turchi ingrossarono verso Canissa, animati dall’intenzione di abbattere il forte Sdrin, e già si era arrivati al mese di Maggio, che correvano voci del prossimo attacco. A Vienna, si era indifferenti, e si voleva lasciar distruggere il forte, come una delle cause efficienti di una ventura rottura. Nicolò Sdrin d’altro lato era animato da altissimi sensi.