— 146 — A Vienna venne assegnata al Nadasti la sua casa per prigione, custodito da guardie. A chi conosceva le sue macchinazioni, dice lo Zorzi, era riuscito sempre di meraviglia, che egli si vivesse in tanta confidenza, e che l’Imperatore lo lasciasse in somma libertà. Non v’era dubbio che aveva cospirato, e lo si diceva già da tre anni. Il Nadasti, conoscitore della storia e delle leggi del suo paese, si sentiva umiliato per le condizioni nelle quali si trovavano i nobili Ungheresi, e voleva ristabilire i privilegi, di cui l’Imperatore successivamente li aveva privati. Nadasti fu uno dei primi ad entrare nella lega dei nobili. Nel 1666 Leopoldo, come vedemmo, avea rifiutato di convocare la Dieta per discutei’e gli interessi del regno, come aveva rifiutato di ristabilire la dignità di Palatino dopo la morte di Wesseleni. Nadasti che vi aspirava, deliberò vendicarsi dell’affronto. Molte voci si fecero correre a suo carico, che avesse fatto appiccar fuoco al palazzo per poter uccidere il principe, che avesse tentato di avvelenarlo, a Puttemdorf, ed altre, ma non si sa con qual fondamento. Causa dell’arresto del Nadasti fu il sequestro delle carte presso il defunto Palatino Wesse-