— 16-2 - come si ha da un ragionamento, sui premii massimi nell’aristocrazia, scritto nel solenne ingresso dell’Andrea Tron, e dedicato alla moglie Caterina Dolfin Tron. Da questo manoscritto, si ha, che era in arbitrio di 36 cittadini facenti parte del Maggior Consiglio, di proporre uno che ad essi piacesse, in modo secreto, per la carica di Procuratore di S. Marco, affinchè poi questi nomi venissero sottoposti, alla votazione di tutto il Corpo aristocratico, al quale per conseguenza, avrebbero dovuti essere presentati ben 36 nomi. Nel caso Tron, invece tutti i 36, proposero il suo nome. Gaspare Gozzi per questa elezione del Tron pubblicava una apposita orazione, nella quale lo si esalta, ricordando come fin dalla sua prima giovinezza, avesse accompagnato il padre Nicolò inviato ambasciatore straordinario a Londra, dove aveva appreso quelle scienze economiche e del commercio, di cui venato al governo, pose in pratica, i principii. Il Tron di spirito indipendente, era profondo nello studio delle leggi e dei costumi dei popoli, e dotato di eloquenza, dice il Gozzi, schietta e franca, condita di attici sali. Secondo il Romanin, il Tron era non curante nei modi, filosofo, eloquente, ma non elegante