capriccio trascinare dietro le loro rovine, anche gli altri. Dicevasi che la costruzione di quel forte, aveva avuto per solo oggetto, l’interesse privato degli Sdrin, cioè per assicurare i bottini che facevano sul Turco, e che stabilendosi la pace col Turco bisognava togliere di mezzo, questo impedimento, capace ad intorbidarla. Dicevasi per converso dalla minoranza, che distruggere il forte allo stesso tempo che Ali Bassà si era messo in marcia per distruggerlo, avrebbe mostrato il timore e la debolezza dei Tedeschi. Si concluse di non far novità ; tanto più che invitato alla riunione era pure intervenuto il Conte Nicolò scortato da 150 cavalli. Lo Sdrin sfogava 1’ animo suo, coll’ ambasciatore Veneziano Giovanni Sagredo, al quale il 10 giugno 1662 diceva, che la Corte non voleva la guerra, che egli a sue spese aveva costrutto il forte con buona difesa, e provvisto di buona artiglieria. Lo Sdrin confidava pure al Sagredo che gli Ungheresi offerivano una buona armata da mantenersi dal Regno, ed eccitava il Sagredo ad incalorire la lega. Nel 15 Luglio 1662 il Conte Nicolò Sdrin con altri quattro principali del Regno e cioè 1’ Arcivescovo di Strigonia Lippay, il Palatino Wasselleny, il