— 86 — Scriveva l’Ambasciatore il 21 luglio 1663: Ho sempre nudrito segreta corrispondenza col Conte Sdrin, animandolo a tenere fermo senza però dare alcuna gelosia alla corte, capace a generarmi avversione, ed a causare doglianze. Ed il conte Pietro Sdrin, scriveva al Senato, protestando la sua gratitudine verso la República, pregando di poter incontrare le aperture di porrg in opera contro i nemici del suo santissimo nome, quelle armi e munizioni delle quali Venezia si era compiaciuta così prodigalm,ente e generosamente provvedere ed onorare. Diceva lo Sdrin Nicolò, ritenere per grande onore che la Porta spiegasse cotro un Cavaliere suo pari la sua gran potenza, essere egli pronto al sacrificio della propria vita, per sostenere l’incontro. Ricordare l’esempio nella propria casa dell’ Avo, che sacrificò la vita nella difesa di Ziget, non soccorso da Cristiani. Il famoso forte dello Sdrin conteneva un 500 uomini, e lo Sdrin stesso nel Giugno 1663 mandava 50 uomini a bruciare il ponte sulla Sava per impedire il passo al Visir, il quale aveva mandato a Canissa, un conte Nicolich per spiare gli andamenti dello Sdrin ; il Nicolich era un croato fattosi Turco, e