LA CANZONE DELLO TSAR IVAN VASSILIEVIC 79 Tu, fratello nostro primogenito, nostro secondo padre, opera tu stesso, come sai, come vuoi e noi, te nostro parente carnale, non tradiremo I » * * * Ehi! figliuoli, cantate — ma accordate le cetere Ehi ! figliuoli bevete — ma il vostro debito fate. Su, rallegrate voi il buon boiardo E la sua boiarina dal volto di gigli ! III. Sopra Mosca la grande, dalle teste di oro, * sulle mura di bianche pietre del Kremlino, dietro le lontane foreste, dietro le montagne turchine, sui tetti di assicelle, folleggiando, le nuvolette grigie mettendo in fuga, 1’ aurora purpurea sorge. Ha sparso le dorate chiome ; si bagna nelle nevi friabili; come donna bella che si mira in un cristallo, guarda nel cielo immacolato, e sorride. Ah! perchè tu, vermiglia aurora, ti sei tu risvegliata? Per quale letizia ti sei messa, a risplendere così? Intanto si avviavano, si radunavano i valenti campioni moscoviti sul fiume Moskvà, per il pugilato, per ricrearsi in giorno di festa, e divertirsi. * Le cupole delle 1600 chiese, per la maggior parte dorate. I russi per indicare il numero stragrande delle chiese di Mosca dicono « sorok so-rokovic* che si traduce per «quaranta quarantine» e cioè 1600.