M Z Y R I 13 fui colto da spavento I Sull’ orlo di un precipizio minaccioso, io posavo, pel quale urlava, serpeggiando, un torrente furioso. Menavano al fondo, gradini di roccia... Ma soltanto lo spirito maligno potè scavalcarli quando, cacciato dal paradiso, spari nella voragine sotterranea. XI. « Intorno a me il giardino di Dio era in flore : le piante ornate dei colori dell’ iride, serbavano le tracce delle celesti lacrime, e i tralci s’inerpicavano fra gli alberi, belli col verde trasparente delle foglie; e i turgidi grappoli, da essi, pari a buccole preziose, pendevano fastosi e, talvolta, vi si abbatteva un volo di paurosi augelletti. Di nuovo mi gettai a terra e di nuovo mi diedi ad ascoltare le magiche strane voci: esse mormoravano fra i cespugli, come se nel loro parlare, toccassero dei segreti del cielo e della terra ; e tutte le voci della natura si fondevano lì. Taceva, nell’ora solenne delle laudi, soltanto la voce superba dell’uomo. Di tutto ciò che allora io sentii, di tutti quei pensieri, è sparita perfino il traccia. Pure io vorrei poterli raccontare,