LA CANZONE DELLO TSAR IVAN VASSILIEVIC 81 D’ un tratto la folla si apre e vien fuori Stefano Paramonovié, il giovane mercatante, pugilatore emerito, soprannominato Kalasc’ nikov. Fà egli profonda riverenza, innanzi tutto allo tsar ter-poi al bianco Kremlino, e alle chiese sante; [ribile; poi... tutt’ intorno, a tutta la gente russa. Ardono le pupille di falco, guardano fìsso 1’ arciere. Gli si ferma di fronte; tende i muscoli delle braccia guerriere, raddrizza le spalle poderose, la barba ricciuta accarezza. E Kiribiereviè gli parlò: « Dimmi su, buon garzone, di che stirpe sei ? e di che razza ? Con qual nome ti chiamano ?... È per sapere in suffragio di chi dovrà esser cantato il [requiem ; per sapere di che cosa dovrò io trarre vanto !... » « Risponde Stefano Paramonoviò: Figurati che... mi chiamano Stefano Kalasc’ nikov. Nacqui da onorato genitore ed ho vissuto secondo la legge di Dio. Non ho disonorato, io, la donna altrui; non mi sono dato al brigantaggio, a notte oscura; non mi sono sottratto alla celeste luce !... Ed hai tu pronunciato una verità sacrosanta : per un di noi due si canterà il requiem, e non più tardi di domani, all’ ora meridiana; e uno di noi si vanterà,