KHAGGÌ-ABREK 43 È una pietra levigata dal torrente ! È una serpe le cui scaglie brillano I... Con la tua criniera, sul campo di battaglia, il sangue ho io terso dalla man poderosa! Nella steppa deserta, nell’ora infausta, quante volte m’ hai tu già salvata la vita ! Noi prenderemo riposo sul suolo natio. Il tuo freno, ancor più riccamente, adornerò con argento di Russia, e sarai tu in un prato verde ! Da quanto... da quanto tempo ti sei così mutato, dimmi su, compagno mio prezioso, che con tanta pena respiri sotto di me?... Ecco, la luna si sprigiona dalla nebbia e le cime degli alberi inargenta : essa ci rivelerà la pianura ove il nostro villaggio dorme fra le tenebre. Brilleranno da lungi, ad intervalli scintillando, i fuochi dei pastori di Gemat, e distingueremo noi, avvicinandoci, il sordo nitrire delle mandrie... e i cavalli ti si affretteranno d’intorno : ma... basterà che io mi sollevi alquanto sulla sella, ed essi, impauriti, si metteranno a sbuffare, e, tutti, correndo, se ne torneranno indietro! Da lontano... essi sentiranno che io e tu... noi siamo i figli del fato ! La notte, ancora, la valle ammanta. Il villaggio di Gemat in quete riposa. Soltanto il vegliardo non dorme ! Solo, come cippo funereo, immobile, presso la strada polverosa,