76 LA CANZONE DELLO TSAR IVAN VASSILIEVIC “ O tu, mio signore, sole bello: O uccidimi, oppure ascoltami ! Le tue parole sono come un ferro tagliente, all’ udirle, il cuore si spezza ! Non temo la morte crudele; non temo le calunnie degli uomini ; temo soltanto di perder la tua grazia. « Dai vespri a casa, io tornavo poco fa, lungo la via, sola soletta. E mi parve udire che la neve scricchiolava. Mi guardai alle spalle — un uomo che corre !... Le mie povere gambe si piegarono dallo spavento 1 Col serico velo mi copersi il volto. Egli mi afferrò violentemente per le mani e mi disse così, a voce sommessa: » Di che temi, bella bellissima ? Non sono mica un ladro, un assassino della macchia. Io sono un servo dello tsar, dello tsar terribile. Mi chiamo Kiribieievic e vengo dalla nobile stirpe di Maliuta... « Ebbi paura io, assai più di prima. La mia povera testa piccina si mise a girar tondo; ed egli prese a baciarmi, ad accarezzarmi; e baciandomi, continuava sempre a dire: “ Rispondimi, di’, che cosa vuoi, dolcezza mia preziosa? Vuoi oro?... oppur vuoi perle? Vuoi pietre brillanti? o broccato a colori? Come una sovrana io ti adornerò e tutti, di te, avranno invidia. Solo non farmi morire della morte del peccatorei