LA CANZONE DELLO TSAR IVAN VASS1LIEV1C 75 e si mise a guardare, per la finestra, nella strada. Nella via è scura scura la notte; Vien giù bianca la neve, si stende a lenzuolo, cancella le orme degli uomini. Eccolo che ode, nel vestibolo, chiuder con violenza la Poi ode passi affrettati ; [porta : Si volge, guarda... Croce di Dio ! Innanzi a lui sta la giovane sposa, tutta pallida, a testa scoperta, le trecce bionde disfatte, cosparse di nevischio; gli occhi guardano torbido, come pazzi, le labbra mormorano parole incomprensibili... «Di su! dove, donna... donna, sei andata vagando? In casa di chi? sulla piazza? che arruffata hai la chioma e le vesti tutte stracciate ? a diporto te ne sei andata ? Hai fatto baldoria, tu forse con figli di boiari ?... Non è per ciò che dinanzi alle sacre icone io e tu, donna, ci siamo sposati ed abbiamo scambiati gli anelli d’ oro !... E ti chiuderò, vedrai, sotto chiavistello di ferro, dietro porta di quercia ferrata, acciocché la luce di Dio tu non discerna e il mio nome onorato tu non disonori... » All’ udir ciò Aleòna Dmitrievna si scosse tutta, povera tortorella mia, tremò come fogliolina di tremula, in pianto, diede, amaro amaro e si gettò ai piedi dello sposo.