M O R O S I N I Finalmente si pose mano al trasporto del conquistato stendardo maomettano dal Palazzo Ducale alla chiesa dei Tolentini ove si venerava San Gaetano, essendo la presa di Corone avvenuta il giorno della ricorrenza festiva di questo santo. La bellica insegna del seraschiere doveva essere, secondo la decisione senatoriale, per sempre riposta « avanti l’altare del medesimo santo per-« chè risplendesse a perpetuto testimonio della « pubblica venerazione verso la miracolosa in-« tercessione di esso e a gloriosa memoria di così « decoroso successo ». Il trasferimento ®i svolse per via d’acqua, dal Molo per il Canalazzo. Il Doge e il Senato sedettero in ampi barconi dorati, vogati da parecchie dozzine di rematori in livrea; dietro a loro si formò un interminabile, fantastico corteo di barche minori addobbate e di gondole. Le rive e le finestre dei palazzi sul Canalazzo erano gremite di gente festante, e tanta gente si addensava nell’attesa dentro la bella e monumentale chiesa di San Nicolò da Tolentino, che gli ufficiali adibiti all’ordine pubblico dovettero faticare non poco a ricavarvi nel mezzo un po di spazio per il Doge Giustinian e per il suo seguito. Le lunghe funzioni religiose, so-tenute, all’interno, da musiche squisite, all’esterno da salve di artiglieria, terminarono coll’offerta dello stendardo presentato di mano propria del Serenissimo all’altare. Le feste religiose, le processioni, i cortei, le 240