M O R O S I N 1 sacra lega ed alla sua santa causa » altro merito non riconoscendosi che quello di « tener in sacrificio i sudori, le applicazioni e la vita stessa » per la prosperità della patria. Questa rapida cerimonia di carattere quasi inlimo non fu chc il preludio di quella di carattere ufficiale svoltasi il 7 di maggio, mentre Venezia era gremita di visitatori accorsi d’ogni parte del mondo in occasione dell’annuale « fiera della Sensa » che tenevasi in piazza ed in piazzetta. Di buon mattino, quaranta senatori in pompa magna, tra i quali i cavalieri di San Mt.rco Girolamo Zeno e Giulio Giustiniani, partiti dalla sala dello scudo, nell’appartamento del Doge, si imbarcarono su due grosse chiatte riccamente ornate e si recarono così a San Francesco della Vigna, al palazzo pontificio residenza del Nunzio. Questi, disceso, insieme a monsignor Conti, dallo scalone d’onore dell’ambasciata, prese a sua volta posto, tra i due cavalieri di San Marco, sulla principale delle chiatte, precedutovi da un sacerdote in veste talare ren ante lo stocco e il pileo. Il corteo, breve ma pieno di colore, ripreso il cammino già percorso, uscì in bacino di San Marco, salutato al suo passaggio, dai ponti e dalle fondamente, dalle acclamazioni del popolo minuto di quel rione e accolto al largo da tre colpi di cannone di ciascuno dei vascelli ormeggiati in porto. Le salve di artiglieria si rinnovarono quando i prelati e i senatori sbarca- 296