XII. — LA CONQUISTA DI ATENE re discutere, venne imbarcato a sue spese su di un vascello raguseo e traghettato a Smirne; sul luogo si installò in qualità di castellano Giorgio Foscarini. L’effetto della occupazione fu sulla popolazione così grande, ch’essa si persuase ad abiurare al Corano e a chiedere il battesimo. Ciò era accaduto un pò dovunque nel regno; e Francesco Morosini cominciò a « divisare la forte ma, com’egli scriveva la Senato, di rendere ee cospicua e pomposa la sacra solennità per in-« finita confusione dell’empio Mahometismc ». Compiuto questo preliminare, egli rimise la flotta alla vela e il generale Koenigsmark s’avviò con la cavalleria per via di terra a Corinto. L’accerchiamento fu compiuto in quattro giorni; sulla città et tanto dalle antiche memorie cete lebrata », occupata da un presidio v. raccomandato alla fede e puntualità del colonnello Bonometti », fu issato il vessillo di San Marco. I greci sentitisi sicuri si lanciarono alle calcagna dei turchi e ne presero prigiemieri un gian numero. Gli schiavi salirono sui mercati principali a più migliaia, cosicché si poteva, per il miserabile prezzo di tre o quattro decimi di piastra, ee comprare le donne e le figlie dei turchi ». Il capitan generale dovette intervenire a disciplinare anche questa materia delicata. La presenza della flotta veneziana a Corinto svegliò in tutta la Grecia le speranze più diverse, da quella vaga di una liberazione associata 251