M O R O S I N I s’era preparato di lunga mano e che, incapace di parlare improvvisando, aveva scritta e mandata a memoria la sua requisitoria piena di effetti rettorici calcolati astutamente per suscitare sdegno e commozione, non pensarono nè a reagire nè ad opporre una improvvisata difesa al meditato ed abile attacco della parte avversa. Su questa momentanea impotenza il Correr e i suoi avevano certamente contato; una immediata replica sarebbe bastata, infatti a distruggere gli effetti della accusa, a smontarla seduta stante; rimasto senza contradditori il discorso, non era politicamente opportuno lasciar senza conseguenze una denunzia alla quale mostrava di aderire il popolo uscito deluso da una lunga era di privazioni; pertanto avocata a sè la cosa il Senato ordinò una inchiesta nominando Francesco Erizzo inquisitore sulle vicende che avevano condotto alla resa di Candia. Il 5 di ottobre Antonio Correr coglieva il primo frutto della sua manovra, e veniva nominato dal Maggior Consiglio avogador di comun nonostante il Senato avesse proposto, per questo delicato posto della magistratura repubblicana, Francesco Foscari. Come il Senato s’era messo contro di lui così il Correr fidando nel favore popolare e nella eccitazione degli animi prese posizione contro il Senato. Egli tentò di sottrarre l’inchiesta su Candia all’Erizzo e di investire del processo a carico di Francesco Morosini, che 152 -