XIV. — DOGE IN PATRIA per invogliar la marineria straniera a risalire il golfo da essa abbandonato; sopprimevano dazi, altri ne riducevano, qualcheduno ne istituivano, per proteggere la propria produzione in casa propria, e infittivano la rete dei consoli, cioè degli addetti commerciali all’estero, nominavano commissioni e consulte che studiassero il modo di riallacciare antiche linee commerciali; cancellavano tasse di ancoraggio, concedevano sovvenzioni; istituivano prima e revocavano poi il porto franco; spronavano i giovani validi alla navigazione creando scuole nautiche; aiutavano il finanziamento di linee con partenze regolari per i porti più lontani serviti dagli inglesi e dagli olandesi, favorivano il mercato dei noli garantendoli con assicurazioni. In realtà, si può ben affermare che alle misure militari con le quali si badava a mantenere integra la potenza politica della Repubblica, corrispondessero misure d’ordine vario per mantenerne integra la compagine economica; ma come quelle non avevano potuto impedire nel giro di un secolo la irrimediabile e dolorosa perdita di Cipro e di Candia, così queste non potevano impedire che di anno in anno le statistiche segnalassero una costante diminuzione dei traffici. Con un parallelismo inquietante, a siffatta decadenza della Dominante faceva riscontro un’ugual decadenza nelle provincie della terra ferma, dove le cose si complicavano per l’insopprimibile di- 291