M O R O S I N I Ma, se il destino aveva particolarmente legate le sorti dei Morosini di San Cassian alle sorti delle colonie ioniche ed egee della Repubblica, la loro stirpe non aveva, per questo, brillato meno in altri campi. Da quel lontanissimo Giovanni detto il Beato ch’era andato in Guascogna con Pietro Orseolo I e tornato in patria aveva regalata l’isola Memma, denominata col tempo San Giorgio Maggiore, ai monaci benedettini dei quali divenne abate, fino ai trionfi del ’600 era stato un susseguirsi ininterrotto di figure e-minenti : prelati, capitani, scrittori, scienziati, grandi dame avevano contribuito a far primeggiare la loro famiglia sulle altre della Dominante. Tra i religiosi, Tommaso primo patriarca latino di Costantinopoli nel 1204 aveva unita la chiesa greca alla latina; Nicolò II vescovo di Castello era stato, nel 1379, da Papa Clemente VII chiamato intermediario di pace fra Venezia e Genova; Pietro detto il Moro creato cardinale da Gregorio XII, era andato a rappresentarlo al concilio di Costanza nel 1418; Giovanni Francesco nominato cardinale da Sisto V, aveva coperto la dignità di ambasciatore in Savoia, in Polonia, in Francia, in Spagna e di bailo a Costantinopoli. Tra i capitani, Marino si era bat-tuo leoninamente nel 1284 contro Aquileia, meritandosi il titolo feudale di conte di Gorizia e di Trieste; Ruggero aveva condotto 58 galere 32