XV. — LA PARTENZA PER LA MORTE La richiesta formale di accettar la nomina fu presentata al Doge dal savio di settimana cava-]ier Giustinian con un « ragionamento » pieno di fronzoli cui Francesco Morosini rispose secondo la sua abitudine di uomo di azione con semplici e brevi parole assicurando di voler sacrificare alla patria i pochi giorni che gli restavano, levando di capo in segno di devozione e, quasi, di giuramento il corno ducale, gesto questo assolutamente nuovo nel cerimoniale del genere, e in uso soltanto per ringraziare della assunzione al trono. Venezia, che confidava nella stella del condottiero invitto, accolse tripudiante l’annunzio definitivo del suo consenso a partire per il campo. Ili Al tripudio della capitale fece eco quello delle provincie s poiché lo Stato si dibatteva in gravi strettezze finanziarie spontaneamente piovvero le elargizioni, sino alla somma di centomila ducati, per render meno disagiata la esistenza di bordo al Doge, e consentirgli un accrescimento di truppe, di cerimonieri, di guardie speciali. In pari tempo gli ambasciatori alleati presso la corte veneziana e quelli veneti presso le corti alleate si affrettarono a testimoniare a Francesco 309