M O R O S I N I « fervorati nel pubblico servigio avranno retri-« buzioni, riconoscenze distinte, misurate col « loro valore, fedeltà e merito; confidando che « non vi sarà alcuno che, eccitato dallo zelo del « servigio dalla fede e dalla storia della Repub-« blica Serenissima non sia per sacrificare la « vita più tosto che soggiacere ad alcuna macchia « di mancamento ». Con questo altissimo monito nel cuore e nel pensiero il meglio del giovane patriziato veneziano, rampolli non indegni delle tradizioni delle famiglie onde uscivano, Barbarigo, Pasqualigo, Donà, Michiel, Correr, Priuli, Moro, Bolani, Yenier, Bragadin, Contarini, Trevisan, Bergan, Querini, Pizzamano, Valier, Bon, Pisani, e cento altre ancora, sulle navi battezzate con i nomi di San Marco, San Giovanni, Sant’Antonio, della Madonna della Salute, e allegoricamente : Ercole, Fauna volante, Venere, Giove Fulminante, Costanza guerriera, Venezia trionfante, il Drago, per non citarne che alcune, seguì per l’Adriatico, con i più lieti presagi e con la più assoluta fiducia, il capo che correva anelante incontro alla vittoria. V La guerra veniva intimata a Maometto IV dal segretario dell’ambasciatore, il patrizio Giovanni Cappello. Istrutto dalla sorte subita dai prece- 202