M O R O S I N I va il Senato delle noie che Francesco Morosini aveva avute per questioni di denaro; onde stabiliva « perchè tutte le cose passino con buon or-« dine e regola e sia così fedelmente impiegato « el pubblico denaro, che sia fatta elezione di « un onorevole nobile nostro con titolo di com-« missario al quale sia ingionta questa cura, nè « possa rifiutarsi sotto tutte le pene dei rifiutanti « ambascerie a testa coronata.. ». Il Doge, per dimostrare il suo interesse e il suo amore al pubblico bene, comunicò al Senato che rinunziava allo stipendio di capitano generale. Nominò quindi Francesco Mocenigo suo luogotenente; a governatore della sua galera il nipote Michele e distribuì tra una ventina di giovani patrizi le altre cariche di bordo. La mattina del 26 maggio ebbe luogo la cerimonia dell’imbarco per assistere alla quale « giunsero dale più remote parti d’Italia foraci stieri di ogni ordine in numero quasi incredi-cc bile ». IV La mattina del 25 maggio Piazza San Marco, la piazzetta e il molo apparvero decorate di archi trionfali, di stoffe preziose e di una grande profusione di fiori. Una folla enorme vi si pigiava dentro, non ostante il freddo e la pioggia, 312