M O R O S 1 N I veri agli assediatiti, terrorizzare i porti e le isole soggette al nemico, imporre taglie, raccogliere provvisioni, incrementare i presidi di Candia. Il compito di questi appariva evidente : resistere ad ogni costo e dovunque, riconquistare possibilmente La Canea. Venezia rimase a lungo sostanzialmente sola in questo inegualissimo cimento; gli appelli agli stati d’Europa, essendo caduti infatti, per moltissime ragioni, nel vuoto. Negli anni che seguirono, le virtù civili dei veneziani gareggiarono con le virtù militari. Per dar l’esempio ai concittadini, il patriarca Gianfrancesco Morosini, sottoscriveva una offerta di cinquemila ducati annui finche la lotta durasse; quaranta patrizi offrivano successivamente, nel tempo, ciascuno ventimila ducati in cambio di cariche soprannumerarie onorifiche; ottanta famiglie facoltose della borghesia alcune delle quali appartenenti a vecchia nobiltà di terraferma versavano nelle casse esauste dell’erario somme cospicue ottenendone per gradita ricompensa la assunzione al patriziato; il popolo, gli ordini religiosi, le maestranze sacrificavano fino all’ultimo i loro averi. E soldati stupendi partivano sensa sosta. Nell’alterna vicenda dei combattimenti di terra, delle battaglie di mare squillavano accanto alle descrizioni di gesta epiche, nomi pieni di storia. Gerolamo Morosini provveditore generale da mar 56