M O R O S I N I Incominciarono le diserzioni, e le milizie tedesche si dettero a reclamare indisciplinatamente il rimpatrio. Il fato della resa di Candia si ri-percoteva sull’assedio di Negroponte! Ristabilitosi alla meglio di una malattia per la quale era rimasto molti giorni a letto, Morosini pur avendo compreso non essere più il caso, per quello scorcio d’anno, di insistere nelle operazioni, pensò di potersi rafforzare sulle posizioni conquistate per svernarvi in attesa degli immancabili soccorsi che con la primavera gli sarebbero giunti. Prima di convocare la consulta e di esporre i suoi disegni, egli incaricò i provveditori ed i provveditori straordinari in campo di agire presso gli stranieri per indurli preventivamente a porsi nel suo ordine medesimo di idee. Ma l’espediente non riuscì. Per il tramite dei provveditori stessi i capi delle falangi tedesche, dichiararono in apposito triplice memoriale che, a motivo del numero ridotto delle truppe, delle intemperie, delle malattie, delle diserzioni, ecc., ritenevano assolutamente assurdo il perseverare nell’assedio e domandavano quindi la facoltà di rimpatriare. Tutti gli argomenti del caso furono addotti per dimostrare al generale Ohr, al principe di Wiirttemberg, al principe di Brunswick l’errore in cui erano pessimisticamente caduti, la convenienza di mantenere l’assedio, la fondata probabilità di render- lo con opportuni accorgimenti più redditizio e 284