MOROSINI con « panegirici », smesso l’abito di festa si parò a lutto e interpretò « in Sonetti lugubri per la morte inaspettata del Principe immortale » il sentimento di Venezia. E tuttavia in mezzo a tanto dolore vi fu chi osò scherzare e ingiuriare ancora la memoria del morto in uno sconcio dialogo in cui Caronte affidava al demonio con frasi di scherno l’anima del condottiero. VII Il 25 febbraio del 1694 Silvestro Valier era chiamato a succedere al Doge Francesco Morosini, Antonio Zeno al capitano generale Francesco Morosini. La figura del primo, nella eccelsa carica, fu diminuita da una deliberazione del Maggior Consiglio che, tenuto conto delle proteste sollevate dall’aver visto il Peloponnesiaco attraversar la piazza San Marco insignito della duplice dignità di principe e di capo dell’armata, rendeva virtualmente impossibile il ripetersi di una simile circostanza; la figura del secondo esce male dalle disavventure che lo incolsero nella campagna del 1694, per le quali fu richiamato in patria e imprigionato insieme a numerosi altri patrizi; sottoposto a processo ma non condannato giacché morì prima che incominciasse il dibattimento. La guerra della Santa Alleanza contro l’impero ottomano trascinatasi altri quat- - 340 ---