X. — LA GUERRA DELLA MORE A armata turca composta di trentacinque navi tenuta d’occhio dalla piccola squadra volante del capitano straordinario Molin; e il capitano generale avrebbe voluto intramezzare le operazioni di terraferma con una vittoria in mare. Ma appena ebbero cognizione del pericolo che loro sovrastava le galere turche si dileguarono rapidamente. Ritornato dinanzi a Corone, il capitano generale fece praticare una galleria sotto una delle torri della fortezza; aperta grazie alla esplosione di duecento barili di polvere una breccia accessibile, verso di essa il 12 agosto lanciò l’assalto, mentre ordinava da altre parti azioni dimostrative. Le perdite non furono poche; ma compreso l’imminente pericolo, la guarnigione issò bandiera bianca. Contrariamente agli ordini ricevuti, ch’erano di prendere oramai la piazza a forza d’armi, il generale di San Polo acconsentì alle trattative. Mentre queste duravano, e i soldati riposavano sulle posizioni conquistate, un cannone turco carico di granata a mitraglia, sparò su di essi uccidendone alcuni e ferendone molti. Inferocite per tanta slealtà le truppe veneziane balzarono all’armi, penetrarono nella breccia, si precipitarono nella fortezza e in città e « non perdonando a sesso od età inondarono di sangue con terribile strage di cadaveri l’espugnato recinto ». Tremila morti furono seppelliti dalle ciurme durante tre giorni; trecentoventi- 217