M O R O S I N I do « tutto esser soggetto colà alla sovranità del suo Re ». Riunita la consulta con la partecipazione dei capi di terra e di mare, riconosciuta la disperatissima situazione, fu « concluso concordemente che si facesse bandiera bianca per la resa, ma fuori della città dovendone esser appoggiata l’incombenza a soggetti di condizione, virtù e valore con quelle istruzioni che fossero convenienti acciò la trattassero con quelle cautele e maggiori avvantaggi che si potesse ». Pur in possesso di così fatte deliberazioni, Morosini non si sentì l’animo di attuarle. Egli andò dal Rospigliosi per assoggettargli il verbale della riunione della consulta e assumere su di sè tutta la responsabilità del nuovo corso della resistenza, se il principe si conduceva in modo di garantirgli tremila ausiliari sui diecimila che stavano per partire. Il generale della Santa Chiesa gli replicò che non era più in suo potere di farlo e che per suo conto si accingeva pure a salpare. Domandò anzi la restituzione di cinquanta uomini delle sue galere che ancora si trovavano a terra. Tutti se ne andavano. Dopo i pontifici e dopo i maltesi ch’erano risaliti sulle loro navi astenendosi perfino dall’annunziare la decisione presa, era la volta dei tedeschi e dei volontari di varia nazionalità. A quanti uomini avrebbe dunque il Morosini potuta appoggiare la discussione della resa; e come si sarebbe svolta questa se i turchi erano pervenuti ormai a minare la cor- 136