M O R O S I N I mettere forti indennità in denaro e ad abbandonare anche il porto di Suda ritirandone i cannoni e le munizioni. I turchi avevano respinto queste condizioni insufficienti; accedendo alla proposta del Morosini di intavolare trattative di pace essi posero la pregiudiziale che, essendo la piazza di Candia in procinto di cadere, bisognasse non riesumare le più favorevoli condizioni altra volta da essi formulate. A base della attuale discussione essi posero : la cessione di tutto il regno di Candia e delle fortezze sulle isole adiacenti; la cessione di Clissa, dei suoi territori e dei luoghi dai veneziani conquistati in Dalmazia, la corresponsione di un’annua pensione di dodicimila zecchini statuita dai precedenti trattati, un donativo straordinario di tre-centomila reali, la consegna dell’intero parco di artiglieria concentrato in Candia. Al fine di dimostrare che la domanda di riprendere in esame la eventualità di una pace duratura non gli era stata imposta dalle tristi condizioni della piazza, il capitano generale ordinò una sortita e il brillamento di alcuni fornelli di mine che seminarono la strage nelle file nemiche. Il gran visir ne rimase molto impressionato e nei successivi incontri dei plenipotenziari fu meno esigente. Così i veneziani riuscirono a far annullare tutte le richieste di indennità in denaro, e quelle relative alla cessione delle fortezze, strategicamente più importanti del possesso medesi- 140