M O R O S I N I vittoria doveva la veneziana rimanere compatta ed attenta alla mano del suo capitano. I turchi avevano assunta una formazione allungata di mezza luna; al corno diritto si trovava il capitan pascià con sei maone e le migliori delle sue galere. Egli aveva contro la squadra di Francesco Morosini, e approfittando di un tentativo di diversione delle galeazze di Tommaso e di Lazzaro Mocenigo verso un nucleo di navi turche isolalato in direzione della costa, concepì il piano di tagliarle fuori, insieme con la galeazza di Francesco dall’ordinanza, e di batterle separatamente. La ammiraglia turca abbordò, fiancheggiata da altro naviglio sottile, la galeazza di Lazzaro, il resto della squadra investì quella di Tommaso. Il cozzo divenne subito feroce. Lazzaro Mocenigo ferito due volte ad una mano e ad un braccio incitava i suoi « col genio marziale » che doveva condurlo in brevissimo giro d’anni alla gloria ed alla morte insieme. Tommaso colpito da fucilata cadde tosto ucciso sul ponte. Mentre già i turchi pensavano di potersi impossessare dei due navigli, Francesco Morosini si avventava con la propria e le altre galeazze nella mischia passando all’arrembo con l’arma bianca alle mani. Gravemente danneggiata, l’ammiraglia turca si disimpegno dal combattimento e s’allontanò al rimorchio di un’altra galera; l’intero allineamento ottomano a quella vista incominciò a ripiegare. Del momento critico approfittò im- 68