XIII. — L'ELEZIONE A DOGE bero bastate, in ogni caso, le truppe levate nel paese, circa ottomila uomini convenientemente affidati a un capitano di provata esperienza, il provveditore generale Corner. Il corpo di truppe da sbarco guidato dal generale Koenigsmark, compreso un migliaio di svizzeri giunti da poco sul convoglio del capitano delle navi Mocenigo, tolti poco meno di duemila uomini indisponibili perchè ammalati o assegnati a servizi logistici, comprendeva circa diecimila fanti e un migliaio di dragoni a cavallo, forze sufficienti, parve, alla novella impresa. Questa fu iniziata ai primi di luglio. Il giorno otto una spedizione diversiva di navi e galeazze comandata da un Venier imboccò il canale superiore di Negroponte; dalla banda opposta avvenne, sotto gli occhi stessi del Moro-sini, a poche miglia dalla Piazza, lo sbarco delle truppe di assedio. La conquista della fortezza si presentò, subito, tutt’altro che agevole e semplice. Negroponte era collegato al continente da una stretta lingua di terra e da un solido ponte in muratura lanciato attraverso il canale omonimo. Per bloccare veramente da ogni lato la fortezza sarebbe stato indispensabile sbarcare anche sul continente e cingere d’assedio in un terreno nudo, roccioso, scoperto, privo d’acqua e di ogni altra risorsa una formidabile testa di ponte difensiva denominata del Carababà. Ma: ciò avrebbe pure condotto a dividere le forze im~ 277