MOROSINI merito con il Correr, negò che si fossero violate le leggi ed offesa la procedura nominando come era stato nominato Francesco Morosini Procuratore di San Marco e lo dimostrò con numerosi riferimenti storici; ma se, comunque, « disordine » si voleva ammettere nel fatto di tale decisione, più grave disordine si sarebbe commesso approvando l’intromissione, la quale si sarebbe potuto eccepire per numerose altre decisioni di somma importanza, prese in passato; così ad esempio i padri gesuiti erano stati riammessi nei territori della Repubblica col favore di poco più della metà dei votanti, mentre a rendere legale il provvedimento occorrevano i cinque sesti invocati dal Correr per la nomina di Morosini a procuratore. Rievocata la vicenda di Antonio Grimani che, spogliato dal Maggior Consiglio della veste di procuratore e confinato a Carso, era stato poco tempo appresso richiamato in patria, rinominato procuratore, eletto savio del Consiglio, indi Doge, dando pretesto agli storici stranieri di aspre censure, osservò importar poco che esistesse un procuratore dippiù od uno di meno quando si correva il pericolo di togliere non per colpa sua ma per vizio di forma una dignità spontaneamente conferita ad un cittadino cospicuo, attirando così il ridicolo sul consesso che l’aveva conferita e sullo Stato; e quando la dignità medesima aveva onorato parecchi capitani generali prima ancora di salpar 168