IV. — MO ROSI N I E MOCENIGO da battaglia. Correva l’anno 1650; e terminò senza avvenimenti notevoli. Ma il 1651 annoverò, per mare, una delle più chiare vittorie della Serenissima. La flotta ottomana era andata concentrandosi, durante la primavera, parte uscendo dallo stretto dei Dardanelli, parte provenendo dalle coste dell’Asia minore e del-l’Africa, nelle acque di Scio. Tutta così riunita agli ordini di Alì Mazzamamma, sommava a 53 galere, 55 navi da guerra e 6 galeazze; un’insieme imponente di cui non si conoscevano bene gli obbiettivi oltre al solito rifornimento delle basi in Candia; epperò Alvise Mocenigo II, capitano generale dei veneziani, ne teneva d’occhio le mosse. Dato fondo alle ancore a Cerigo mise insieme 27 galere, 28 navi e le sei galeazze agli ordini di Francesco Morosini. Con questa modesta massa di manovra ai primi di luglio, giovandosi delle felici puntate di Marco Molin cui riusciva di incendiare una galera turca e di Gerolamo Battaglia che trasformava l’ordinata esplorazione in una corsa forsennata tra i legni ottomani ai quali causava danni e perdite gravi, sicché moriva lo stesso Mehemet pascià destinato a sostituire Cusseim pascià nella direzione delle operazioni in Candia, il Mocenigo, la mattina del 10, scorgeva finalmente i turchi schierarsi in ordine di battaglia nelle acque di Nixia e di Paris, Le due flotte si presentavano una di fronte all’altra in tre distinti gruppi; ma per assicurarsi la - 67 --