/. — L’ INCORONAZIONE « patria per occupare colmo di merito insigne il « Trono che giustamente si è assegnato alle sue « eroiche virtù. Potrà adunque la Serenità Voti stra, annunziava il messaggio, estradare a suo « piacere per questa volta, prendendo l’imbarco « sopra quei legni che con la sua scrupolosa « prudenza e sommo zelo verso la patria cono-« scerà essere per apportare la minor diminuzio-« ne all’armata... » Così, nell’istante medesimo in cui si consentiva al Doge di cedere al suo luogotenente Corner il comando supremo e di rientrare, si esprimeva nuovamente la preoccupazione per l’eventuale contraccolpo che ciò poteva determinare sulla situazione. Ma la stagione, col diventare sempre più inclemente, volgeva favorevole ai veneziani, eccellenti navigatori; d’altronde la resa imminente di Malvasia avrebbe tolto ai turchi l’ultimo appoggio nelle acque dell’Egeo. Pertanto Francesco Morosini, ultimata la contumacia di sessanta giorni imposta da una epidemia di peste che serpeggiava nell’ar-mata decimandola, e ricevuti per bocca del vescovo Cosmi gli omaggi e gli auguri della popolazione di Spalato fedelissima, spiegò con animo tranquillo le vele sulPIstria lasciando una galera a guardargli le spalle dalla costa dalmata. In tre giorni di navigazione indisturbata, durante i quali raccolse gli omaggi incessanti delle navi mercantili che deviavano dalla loro rotta per venirlo ad applaudire sotto bordo, raggiunse Pa- 15