M O R O S I N I tieri savoiardi, il duca de la Feuillade uscì all’alba del 16 dai trinceramenti e si precipitò sulle linee ottomane. A un immediato successo che inorgoglì i francesi, fece seguito una schiacciante controffensiva turca; s’accese una mischia durata qualche ora; in capo alla quale, feriti il de la Feuillade, uno dei d’Aubusson, il conte di Croqui, e un centinaio d’altri, caduti i conti di Villemor e di Tavanes, fu ordinata la ritirata. Questa non si limitò ad un ripiegamento in citta, ma giunse addirittura all’abbandono dell’isola, sulle navi che avevano servito a condurvi la singolare crociata, e al rimpatrio. L’episodio, per quanto infausto a coloro che vi avevano partecipato ed inutile ai fini della resistenza, fu però sfruttato abilmente da Michele Morosini, fratello di Francesco, ambasciatore alla Corte di Luigi XIV, il quale si adoperava con astuzia e con pertinacia ad ottenere una partecipazione ufficiale della Francia alla guerra. Il Re cedendo alle pressioni di lui rese più calde dall’affetto e dall’ammirazione ch’egli portava al capo della propria famiglia impegnato con tutto il suo onore nella sanguinante contesa; sollecitato dal Papa, deliberò finalmente di inviare a Candia dodici reggimenti al comando del duca di Noailles, imbarcati sulla flotta del duca Francesco di Beaufort. Clemente IX era stato profondamente colpito e interessato alla Repubblica da un memoriale 120