X. — LA GUERRA DELLA MOREA sposizione, abbattuto il fasto superbo del sera-schiere, si sono in minor spazio di ventiquattro ore inalberate sopra quattro piazze tutte di importanza rimarcabile, i venerabili vessilli del glorioso protettor San Marco, col rilascio di un golfo di duecento e più miglia di giro, perfido asilo di barbari corsari e unico ricovero che rimaneva in questi mari alle nemiche armate ». Da oltre cent’anni, per una tacita intesa, le navi veneziane non solcavano più le acque nelle quali il 5 ottobre del 1571, Sebastiano Yeniero ed Agostino Barbarigo, con una flotta internazionale, avevano interamente distrutta la grande armata di Selin II; da quasi due secoli la città di Lepanto, perduta nel 1498 dopo il lungo assedio postovi da Baiazet II, era sparita dal novero dei domini della Repubblica. Ora vi rientrava. L’armata e le truppe di sbarco intesero il commovente significato della reintegrazione, quando al calar del sole Francesco Morosini dette l’ordine che la vittoria fosse salutata con il fuoco a salve delle artiglierie di tutte le navi ancorate nella rada.