M O R O S I N I nelli; galera sola a cannoneggiare le batterie costiere di Senigallia e di Rimini. Piccole avventure e piccole gesta; modesto compito anche quello che nell’agosto del 1645 gli veniva affidato da Francesco Molin, provveditor generale d’armata, di imbarcare sulla sua galera isolata « ch’è delle migliori e ben rinforzate », il coadiutore Agostino Collini e di portarlo a Messina a conferire con il Principe Ludo visi generale di Santa Chiesa. Ma con questo incarico, Francesco Morosini, giovane di ventisette anni, iniziava virtualmente le operazioni di quella estenuante guerra di Candia alla quale era destino dovesse porre fine egli stesso, per la seconda volta capitano generale, ventiquattro anni più tardi, con la cessione dell’isola ai turchi. Agostino Collini, infatti, nessun’altra missione doveva adempiere presso il principe Ludovisi se non quella di sollecitarlo a congiungersi con le sue ausiliarie alle galere di San Marco impegnate ormai nel tragico duello che tanti dolori, tanto sangue, tante ricchezze era per costare alla Serenissima. II Sono note le origini della guerra di Candia. Pretesto alla Turchia per muovere alla conquista dell’isola che faceva parte degli Stati 50