M O R O S I N I luto si levavano d’agni parte; il bacino di San Marco gremito di barche patrizie e di popolani era tutto una voce d’augurio. Ritto sull’alto castello di poppa della sua nave stupenda, maestoso nelle vesti del grado insigne, pallido di emozione in volto Francesco Morosini che non aveva mai dimenticata e probabilmente portava ancora in sè, profonda, l’amarezza del suo tempestoso ed angoscioso ritorno da Candia perduta, gagliardo nei suoi sessantasei anni di età, rispose ai saluti agitando il bastone di capitan generale e promettendo a sè medesimo la rivincita. Dato l’ordine di salpare, presero con lui le mosse la galera di Marino Bragadin capitano in golfo, la galera di Benedetto Sanudo governatore dei con-£ dannati (capo disciplinare, cioè, degli addetti ai / remi per condanne penali), cinque galeazze, ven-tisei navi diverse, cariche di milizie e di provviste. Alla folla che invocava l’assistenza di San Marco gridando : « Vittoria, vittoria, alla nostra repubblica », le ciurme risposero ripetendo il nome del Patrono : San Marco, San Marco ! La veloce galera bastarda sulla quale Francesco Morosini aveva preso imbarco, era stata allestita espressamente per lui nell’arsenale di Venezia, e costituiva tutto ciò che di più 194