M O R O S I N I Il dispaccio di Francesco Morosini ielativo alla presa di Santa Maura fu portato alla Signoria da un valoroso soldato, il tenente colonnello Giovanni Alvise Magnanini che venne tosto rimandato in armata con i suoi e con una risposta elogiativa, non senza, però, esser stato, prima, largamente donato di premi personali e cordialmente festeggiato dalla popolazione. Per la conquista di Prevesa furono accesi dovunque fuochi di gioia, e il Senato scese, col Doge, ad assistere in San Marco ad un Te Deum di ringraziamento; esso prese, poi, deliberazioni relative ai rinforzi da spedire in Levante. et Sopra la nave Scala di Jacob, scrisse al caie pitan generale, prendono imbarco li nobili « homini destinati alla vostra ubbidienza, e al « di più si applicherà oppprtunamenie, forte mandosi intanto li voti nell’ardente deside-« rio di veder sempre prosperare la vostra de-ee gna persona come capitale precioso stimatis-ee simo della patria ». Ma gli entusiasmi maggiori si manifestarono a commento degli avvenimenti del 1685. L’annuncio della imminente resa di Corone, recapitato per via di terra da Otranto, dopo lunghi mesi di aspettazione, aveva scatenato i primi impeti di gioia; al Te Deum in San Marco aveva voluto assistere una folla immensa; e per due giorni di seguito il canto corale delle campane aveva accompagnato cortei portanti gruppi al- 236