XIII. — L’ELEZIONE A DOGE suoi giorni »; il generale Rosgrave e il colonnello Rarrait; tra i soldati, infine, riappariva la peste. I molti vuoti verificatisi nei quadri dell’armata erano stati appena colmati con numerosi patrizi giunti dalla Dominante insieme ai consiglieri Dona e Grimani; e il tedesco generale Obr aveva appena sostituito nel comando il Koenigsmarck, quando all’alba del 12 i turchi sferrarono un violentissimo attacco alle linee veneziane, in parte sfondandole. Soltanto dopo una mischia infernale, nella quale avevano avuto modo di particolarmente distinguersi il principe d’Harcourt, due volte ferito di moschetto, le truppe maltesi guidate da cavalieri altrettanto impavidi nel dar l’esempio, quanto generosi nel sacrificarsi personalmente, onde parecchi di essi caddero fulminati, le batterie di Giovan Mattia Bembo incessanti nel martellare e nel decimare gli assalitori; il combattimento si risolse in favore dei veneziani. Il 17 di agosto i turchi punto affievoliti dal- 1 insuccesso riprendevano l’iniziativa dell’offensiva e di nuovo essi venivano cacciati con perdite altissime. Ma non meno alte apparvero le perdite del corpo di operazioni, ridotto in brevi giorni a non più di ottomila uomini sani e, cosa più grave, moralmente depresso pel convincimento, diffuso forse ad arte da parecchi dei capi alleati fra le truppe straniere, che l’impresa fosse da ritenere delle più disperate, se non 279